Per riconoscere un mobile antico bisogna per prima cosa capire lo spirito con il quale è stato costruito ed utilizzato. Tutto era fatto a mano, pertanto non si perdeva tempo a curare troppo le parti non visibili dei mobili; l’interno dei cassetti, il fondo e la schiena erano costruiti in modo non elaborato utilizzando tavole appena sgrezzate d’abete o di pioppo.

E’ importante capire che nelle vecchie case signorili gli spazi erano diversi da oggi soffitti più alti e stanze più grandi, i mobili erano “importanti“ essendo rappresentativi più di un benessere che di un’utilità pratica (solo nel nord-Europa, si ribalta il concetto degli spazi a causa del clima molto freddo e della necessità di riscaldarli). Sarebbe consigliabile diffidare dei mobili troppo rifiniti che "si adattano perfettamente" alle nostre case, potrebbero essere falsi o rifatti.     

Non tutti gli interventi sono facili da eseguire, come per esempio quello della foto in basso, ma alcune cose si possono fare anche senza avere gran dimestichezza con il restauro. E' importante sapere che ogni intervento deve essere reversibile, non usare colle sintetiche o prodotti che non si possono più eliminare, la colla forte (detta anche caravella) andrà benissimo sia per incollare sia per consolidare.

Nel restauro conservativo si cerca di preservare la verniciatura originale del mobile eseguita con la tecnica "a tampone". Basterà quindi pulirla passando la superficie, magari un po’ sporca e deteriorata, più volte con dell’ovatta o della lana d’acciaio molto sottile imbevute con del Polish; alla fine si potrà rilucidare con un tampone intriso di gommalacca o cera d’api.